Sei bella, sei gialla, le foglie son piccoli cuori. Nasconde un’insidia il tuo vivo tappeto di fiori.
Il prato del mio giardino, in questo periodo, è un tappeto di fiori gialli e luminosi, cosparso di piccoli cuori verdi, che ondeggiano al vento freddo dell’inverno. Il tentativo di prato (non all’inglese) che c’è al di sotto di questo strato, di anno in anno, soccombe sembre più. Io lo lascio così, me lo godo lo stesso, anche se so che sto convivendo con un’insidia non da poco.
Del mio prato te ne parlo un’altra volta, oggi ti presento lei, l’acetosella gialla, bella e invadente come poche al mondo, da far concorrenza alla suocera più pericolosa.
Carta d’identità
Nome scientifico: Oxalis pes-caprae L., 1753
Nome comune: acetosella gialla
Famiglia: Oxalidaceae
Forma biologica: Geofita bulbosa
Fioritura: da novembre a maggio
Habitat: terreni coltivati, incolti, orti, giardini, aree urbane
Segni particolari: specie aliena naturalizzata (Neofita invasiva = diffusa dopo la scoperta dell’America nel 1492 e pericolosa per le specie spontanee)
Descrizione
L’acetosella gialla è una pianta erbacea perenne. Le foglie sono disposte in rosetta, hanno un lungo picciolo e sono composte da tre elementi cuoriformi, carnosetti, di color verde chiaro, con la faccia superiore punteggiata di scuro e quella inferiore ricoperta da una leggera peluria.
I fiori, disposti in un’infiorescenza a ombrello portata da un lungo scapo privo di foglie, sono giallo limone, con 5 sepali e 5 petali.
L’acetosella sviluppa sottoterra piccoli bulbilli ovoidali, con apice appuntito e ricoperti da una tunica bruna, che vengono spinti in profondità nel terreno (anche oltre 20 cm) da contrazioni della radice carnosa.
Origine, distribuzione e habitat
Oxalis pes-caprae L. è una specie originaria del Capo di Buona Speranza in Sud Africa, introdotta in Sicilia alla fine del 1700 a scopo ornamentale. Essendo una specie poco esigente ed estremamente adattabile, da lì si è diffusa con rapidità in tutto il bacino del Mediterraneo e oltre. In italia è presente in quasi tutte le regioni e la ritroviamo nei campi coltivati, negli incolti, nelle aree urbane, ma anche in quelle naturali, ai margini dei boschi e nelle praterie. Viene considerata una specie aliena (originaria di un altro territorio e giunta in un luogo a causa dell’attività dell’uomo, volontaria o involontaria ) naturalizzata, poiché riesce a riprodursi e a diffondersi autonomamente, formando popolazioni stabili.
Biologia ed Ecologia
Il periodo vegetativo dell’acetosella gialla va dall’autunno, quando sviluppa le foglie e comincia a fiorire, fino alla primavera inoltrata. Con l’arrivo del caldo eccessivo chiude il ciclo e resta vitale sottoterra grazie alla presenza dei bulbilli, piccoli organi in cui la gemma viene protetta e che rappresentano il mezzo di propagazione vegetativa della specie. Infatti, Oxalis pes-caprae L. difficilmente produce semi, ma riesce a diffondersi molto rapidamente proprio grazie ai bulbilli, che ogni individuo produce in abbondanza e che restano nel terreno in profondità. Da questi, poi, ogni anno emergono nuove foglie e nuovi scapi fiorali, creando in breve tempo un tappeto di piante che sottraggono le risorse alle piante già presenti. Questa invasione causa danni alle specie spontanee e a quelle coltivate, infesta i giardini, i frutteti e gli ambienti naturali. Il guaio è che, quando si cerca di diserbare manualmente strappando le piante, i bulbilli restano nel terreno, garantendo all’acetosella di “ricomparire” nuovamente. E anche zappettare o usare mezzi meccanici non porta a risultati, anzi ne favorisce la diffusione, spargendo i bulbilli qui e là.
L’acetosella gialla è poco esigente da un punto di vista ecologico. Si adatta a tutti i tipi di suolo, anche alla sabbia e ai suoli rocciosi, e sopporta la scarsità d’acqua. Cresce bene al sole, ma anche all’ombra. L’unico fattore limitante è un prolungato periodo di basse temperature. Insomma, una vera iattura. Bella e infida.
Convivenza non pacifica
Le specie aliene invasive, come l’acetosella gialla, sono così competitive da creare parecchi danni alla Flora spontanea. Sottraendo risorse e spazio fisico con la loro rapida e massiccia diffusione, possono causare anche l’estinzione di specie spontanee più esigenti e con difficoltà di propagazione.
Tornando al piccolo mondo del mio giardino, anche qui la convivenza è piuttosto difficile. Quella streghetta cresce ovunque, la ritrovo in tutti i vasi, ricopre e tenta di soppiantare le piante che metto io e mi dà un sacco di lavoro in giardino (quando decido di affrontarla). Pensare di eliminarla è impossibile, la lotta è impari, l’unica cosa è cercare di arginarla.
Ma posso imparare qualcosa da questa tenacissima e invadentissima pianta? Ci ho riflettuto e ho pensato di scriverci su un post. Alla prossima.